di Angela Pacucci

Casamassima, il sorprendente "paese azzurro": «Ma siamo conosciuti solo per Auchan»
CASAMASSIMA – Sono gli anni 60 quando il pittore milanese Vittorio Viviani passa per caso da Casamassima e rimane folgorato: per lui il piccolo comune a sud est di Bari diventa quel “paese azzurro” che immortalerà sulle sue tele. Sì perché Casamassima non è solo “Auchan”, il grande ipermercato costruito nel 1995 appena fuori dal borgo murgiano, ma racchiude in sé un soprendente e affascinante centro storico, fatto appunto di case dipinte di blu chiaro e interessanti monumenti. (Vedi foto galleria)

Si narra infatti che nel XVII secolo il signore del luogo, Michele Vaaz, per scacciare la peste dal paese fece un voto alla Madonna di Costantinopoli, emanando l'ordinanza di dipingere il caseggiato a calce viva aggiungendo l'alluminio, che richiamava il manto azzurro della vergine Maria. A distanza di più di trecento anni quegli edifici permangono e con il loro insolito aspetto cromatico fanno da contorno a un groviglio di viuzze in cui vale la pena perdersi almeno una volta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il paese del resto vanta una lunga storia. Adagiato su un territorio collinare a 18 chilometri dal capoluogo pugliese, nacque con ogni probabilità nel IX secolo attorno a un imponente dimora patronale, “il castello”, protetta da cinte murarie e ben 33 torri, distrutte però dalle truppe ungheresi nel 1348. La scelta della posizione geografica in cui far sorgere il villaggio non fu casuale: in effetti da qui passava un'importante strada che dai tempi dell'Impero romano collegava la Città eterna a Taranto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il nostro viaggio alla scoperta del borgo medievale parte dalla centralissima piazza Aldo Moro, non lontano dal vecchio "Forno da Peppino", altro piccolo simbolo del passato che sembra quasi sfidare l'egemonia del moderno centro commerciale. Davanti a noi c'è Porta Orologio, che con la sua curiosa forma piramidale costituisce dal 1841 l'ingresso principale del centro storico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Varchiamo l'entrata monumentale e dopo una quarantina di metri giriamo a destra sbucando in piazza Santa Croce, dove si erge austera l'omonima chiesa risalente al 1321. Innalzata al posto di un altro edificio sacro del 1100, presenta sulla facciata principale un timpano triangolare che poggia su due lesene laterali. All'interno è suddivisa in tre navate e contiene due opere di pregio come la scultura in pietra della Madonna delle Grazie e il crocifisso alto tre metri realizzato dall'artista Adolfo Rollo. La parte più antica è però costituita dall'abside cinquecentesco: alla stessa epoca appartiene il campanile, realizzato al posto di quello originale che fu abbattuto durante il sacco ungherese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La nostra visita prosegue tra i vicoli che circondano la chiesa: quelli senza uscita prendono il nome di "chiassi". L'azzurro comincia a essere sempre più il colore dominante e spiccano un po' ovunque decorazioni floreali allestite in occasione del "Balcone fiorito", l'iniziativa con cui il Comune invita i residenti ad abbellire le proprie abitazioni. Nell'angusto Vico del Gusto ci accoglie Rosa, una sorridente signora la cui dimora non sfugge alla supremazia cromatica dell'area. «Non avendo un balcone ho appeso un vecchio reggiseno sul muro e l'ho riempito di piante - dice la donna -. Vivo qui da qualche anno e credo che questa zona sia un patrimonio meraviglioso: e pensare che anch'io conoscevo Casamassima solo per l'ipermercato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo per un attimo in piazza Santa Croce e imbocchiamo via Santa Chiara. Sulla sinistra incombe l'omonimo monastero, una struttura massiccia concepita nel 1573 come orfanotrofio e poi convertita in monastero nel 1660. Nel corso dei secoli ha cambiato più volte la sua destinazione d'uso ma oggi giace inutilizzata e necessita di lavori di restauro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In una stradina senza uscita conosciamo anche Maria, una signora che in prossimità della sua casa ha approntato un piccolo giardino. Fiori, statuette e panchine fanno da cornice a un grande muro dipinto (ovviamente) di azzurro. «Quella di adornare il borgo antico è un'usanza trasmessa dai nostri nonni - racconta la donna -. Tra il verde delle piante e il blu pallido delle case questo posto è un piacere per gli occhi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vaghiamo ancora un po' nel “labirinto” e una parete poco curata attira la nostra attenzione: su di essa sono evidenti i diversi strati di pittura azzurra spalmati dal 600 a oggi. Arriviamo quindi in via Ascanio Amenduni dove finalmente incontriamo "il castello", cioè il Palazzo Ducale. La costruzione, abitata dal XII dai feudatari del luogo, è stata più volte ampliata e modificata fino all'aspetto odierno che esalta il portale spagnolo e la torre esterna quadrangolare messa su dai normanni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Adiacente al castello si staglia l'Arco delle ombre, così chiamato perchè un tempo chi lo attraversava portava con sè un lume per fare luce, proiettando senza volerlo la propria sagoma sulle pareti. È questo l'ultimo scorcio della nostra esplorazione. Attraversiamo quindi l'arco, uscendo di fatto dal centro storico. Per una mattina abbiamo preferito il "paese azzurro" allo shopping: ne è valsa la pena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Si narra che nel XVII secolo il signore di Casamassima, Michele Vaaz, per scacciare la peste fece un voto alla Madonna di Costantinopoli, emanando l'ordinanza di dipingere il caseggiato a calce viva aggiungendo l'alluminio, che richiamava il manto azzurro della vergine Maria. Da allora Casamassime è il "paese azzurro", così come soprannominato dal pittore Vittorio Viviani
A distanza di più di trecento anni quegli edifici permangono e con il loro insolito aspetto cromatico fanno da contorno a un groviglio di viuzze in cui vale la pena perdersi almeno una volta
Il nostro viaggio alla scoperta del borgo medievale parte dalla centralissima piazza Aldo Moro: davanti a noi c'è Porta Orologio, che con la sua curiosa forma piramidale costituisce dal 1841 l'ingresso principale del centro storico
Varchiamo l'entrata monumentale e dopo una quarantina di metri giriamo a destra sbucando in piazza Santa Croce, dove si erge austera l'omonima chiesa risalente al 1321
La nostra visita prosegue tra i vicoli che circondano la chiesa: quelli senza uscita prendono il nome di chiassi
L'azzurro comincia a essere sempre più il colore dominante
Spiccano un po' ovunque decorazioni floreali allestite in occasione del "Balcone fiorito", l'iniziativa con cui il Comune invita i residenti ad abbellire le proprie abitazioni
L'abitazione della signora Rosa, una sorridente signora la cui dimora non sfugge alla supremazia cromatica dell'area
«Non avendo un balcone ho appeso un vecchio reggiseno sul muro e l'ho riempito di piante - dice Rosa -. Vivo qui da qualche anno e credo che questa zona sia un patrimonio meraviglioso: e pensare che anch'io conoscevo Casamassima solo per l'ipermercato»
Il monastero di Santa Chiara, una struttura massiccia concepita nel 1573 come orfanotrofio e poi convertita in monastero nel 1660. Nel corso dei secoli ha cambiato più volte la sua destinazione d'uso ma oggi giace inutilizzata e necessita di lavori di restauro
Un angusto chiasso abbellito con delle piante
Vaghiamo ancora un po' nel labirinto e una parete poco curata attira la nostra attenzione: su di essa sono evidenti i diversi strati di pittura azzurra spalmati dal 600 a oggi
Arriviamo quindi in via Ascanio Amenduni dove finalmente incontriamo "il castello", cioè il Palazzo Ducale. La costruzione, abitata dal XII dai feudatari del luogo, è stata più volte ampliata e modificata fino all'aspetto odierno che esalta il portale spagnolo e la torre esterna quadrangolare messa su dai normanni
Adiacente al castello si staglia l'Arco delle ombre, così chiamato perchè un tempo chi lo attraversava portava con sè un lume per fare luce, proiettando senza volerlo la propria sagoma sulle pareti



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  • Marilina Pagliara - Salve , mi compiaccio per l'attenzione posto verso il nostro meraviglioso e unico Borgo Antico . Non sono casamassimese , ma ci vivo da oltre 30 anni , e anche io come il pittore Viviani sono rimasta (negli anni '80) ammaliata dall'azzurro ....e ce n'era davvero tanto . E poichè sono anche un architetto mi sono messa ad indagare sulle motivazioni di questo colore , e di scoperte ne ho fatte tante . Oggi sono un pò la paladina del Paese Azzurro , per il cui recupero mi batto anche con la Pro Loco Casamassima . Difatti il Balcone Fiorito dal 1995 è ideato e organizzato da noi (non dal Comune) proprio per questo motivo. Grazie poi alla mostra "Tracce di Azzurro" e il progetto Piccoli Architetti per il Paese Azzurro , da me ideato per le scuole elementari e giunto alla 7a edizione , si è risvegliato l'interesse per il borgo e si stanno ridipingendo case "stravolte" .....abbiamo anche un gruppo folkloristico I Musicanti del Paese Azzurro , che promuove il nostro borgo .....ma tanto tanto ci sarebbe da dire . Seguo anche studenti dell'Università interessati al borgo. Se siete interessati , contattatemi alla mail , per aiutarmi a concretizzare il mio sogno : Il Paese Azzurro . Grazie


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